Come dialogare con i nostri figli e le nostre figlie è l’argomento di questo mese.
Con questo articolo abbiamo chiesto a Maria Grazia Rubanu, Psicologa e Psicoterapeuta dei consigli su come dialogare al meglio con i figli e le figlie adolescenti, in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando a causa del Covid e della pandemia.
Le ragazze e i ragazzi si rifugiano nei social e può succedere che mal tollerino le ingerenze dei genitori. Cosa si può fare per tenere vivo il dialogo senza imporre la propria presenza adulta?
Provo a scriverlo in questo decalogo:
COSA VOGLIONO GLI/LE ADOLESCENTI DAI LORO GENITORI?
- Una presenza rassicurante che sappia essere silenziosa
I ragazzi e le ragazze hanno bisogno dei loro genitori, ma non della loro “invadenza”. In questa fascia d’età si ha bisogno di sperimentare la propria autonomia, sapendo che si può chiedere aiuto quando ci si sente in difficoltà. Pertanto è consigliabile far sentire che si è presenti ma senza dare consigli non richiesti e senza imporre momenti di condivisione che devono nascere spontanei o essere ricercati dai figli e dalle figlie. Chiedete sempre se vogliono la vostra opinione prima di darla.
- Sentirsi capite/i e ascoltate/i
In questa fase (in realtà questa è una regola valida sempre) è necessario saper ascoltare, nel senso di sapersi mettere in ascolto dell’altro/a, senza avere già in mente ciò che si vuole dire dopo o l’eventuale ramanzina che si vuole fare. Ascoltare davvero significa anche non ripetere mille volte le stesse cose: basta una volta anche quando sembra che non stiano ascoltando, in genere il messaggio passa comunque. Tenetene conto se non volete che alzino gli occhi al cielo e vi mandino virtualmente o realmente a quel paese. Non reagite se non vi rispondono subito, magari sono concentrate/i su un’altra cosa e se ripetete le cose o alzate la voce rischiate soltanto di andare verso il conflitto.
- Sentirsi persone a sé e non prolungamento dei genitori
Rispetto a questo punto è importante che riusciate a coinvolgerle/i nelle cose da decidere, anche nelle regole da seguire. Lasciate loro uno spazio di manovra senza dare limiti troppo stretti che invogliano alla naturale trasgressione tipica dell’età. È importante lavorare con loro sulla costruzione del senso di responsabilità, che deve essere direttamente proporzionale alla libertà concessa. Se c’è una cosa che proprio gli/le adolescenti non tollerano è la mancanza di fiducia che sentono nei propri genitori.
- Sentire il supporto e non il giudizio
Quando parlate con loro tenete sempre a mente che il giudizio e la critica immotivata porteranno soltanto a reazioni negative, in genere scatenano rabbia e aggressività.
Provate a non usare sempre “la lente da genitori” ma tentate di assumere il loro punto di vista. Questa modalità vi aiuterà a comprendere perché si comportano in un certo modo e a farle/i sentire importanti anche quando non vi piace ciò che fanno. È importante imparare a separare la convalida di un certo comportamento dalla squalifica dello stesso. Si può imparare a riconoscere la legittimità del comportamento di un figlio o una figlia anche se lo si ritiene sbagliato. Solo dopo averlo convalidato si può arrivare alla critica dello stesso, facendo passare il messaggio che è il comportamento ad essere sbagliato e non la persona che lo ha messo in atto: “riconosco ciò che ti ha portato a comportarti così e lo posso comprendere anche se non lo condivido e adesso ti spiego il perché”.
- Che i genitori capiscano il mutamento dei tempi e delle mode anche se non lo condividono
Non dite mai “ai miei tempi si faceva così” aspettandovi che questo sia il modello giusto da seguire e che li/le convinciate a seguirlo. I tempi cambiano, cambiano le mode, gli strumenti utilizzati per comunicare, il modo di vestirsi, la musica da ascoltare, le attività da fare per divertirsi… Non date per scontato che i vostri tempi fossero migliori dei loro e ricordatevi quante cose non andavano bene pure quando voi avevate la loro età ma le avete fatte lo stesso. E provate a pensare che non tutto ciò che è moderno, che è social, che è trasgressione contemporanea sia per forza sbagliato o peggiore rispetto ad un passato che forse siete voi ad avere idealizzato. Ogni generazione tende a pensare che la successiva sia più trasgressiva e abbia meno valori della propria.
- Che sappiano vedere gli aspetti positivi anche nei social, di cui spesso mettono in evidenza solo il negativo
L’errore di base per quanto riguarda i social è che spesso i genitori rimproverano ai figli qualcosa che loro stessi mettono in atto con elevata frequenza, per questo spesso non risultano credibili. Prima di rimproverare i vostri figli e le vostre figlie perché trascorrono troppo tempo sui social provate a chiedervi quanto tempo trascorrete voi su Facebok, magari a condividere le loro foto in ogni momento della crescita. Il fenomeno dello sharenting, parola che ne racchiude due: sharing+parenting, ovvero condividere+genitorialità sta ad indicare la modalità sempre più diffusa di condividere sui social in modo compulsivo ogni cosa che riguarda i figli e le figlie, nelle diverse fasi della vita, senza considerare che, una volta cresciuti, potrebbero non gradire la propria sovraesposizione.
Questa premessa non significa che li si debba lasciare gestire i social in solitudine e senza controllo, ma l’utilizzo va costruito gradualmente, in maniera adeguata alle fasi di sviluppo, senza mai perdere di vista che sono i genitori che danno le linee guida entro le quali muoversi e che i figli e le figlie man mano conquistano la propria autonomia.
In generale può essere molto efficace usare ironia e leggerezza per comunicare un utilizzo che si ritiene esagerato, il rimprovero spesso fa sortire l’effetto opposto e non si deve mai dimenticare la prima regola, quella che riguarda la presenza anche in silenzio. Anche se un figlio o una figlia sarà sempre più avanti di un genitore rispetto alla tecnologia, non lo sarà per le emozioni, per i vissuti, sui quali sarà sempre importante confrontarsi “dal vivo” nel rispetto dei tempi dell’adolescente.
Il dialogo si può costruire anche sull’essere online: si può condividere cosa piace fare a loro e cosa ai genitori; li si può mettere in guardia rispetto ai rischi legati all’essere connessi; si possono usare gli spunti di vita che danno i TG o le disavventure vissute dai loro amici e amiche per aprire ad un confronto; si possono trovare giochi o app con le quali divertirsi assieme.
- Che sappiano rispettare i loro spazi e la loro privacy
La loro cameretta è sacra!
È il loro spazio/rifugio che custodisce le cose più personali. Spesso vi regna il caos, il disordine fisico che riflette il disordine emotivo tipico dell’età, ma anche questo disordine ha diritto di esistere e di essere rispettato. E anche nel disordine i genitori possono capire molte cose dei figli e delle figlie: come vengono disposte le cose? Ci sono dei poster? Dei libri in giro? Dei quaderni bistrattati e magari nascosti sotto il materasso? Che colori dominano? Non è infrequente trovare dei teschi vicino al pupazzo della prima infanzia… Non entrate a mettere ordine, non spostate le loro cose, perché state invadendo le loro emozioni, rispettate il caos e non leggete mai i diari, anche se vi costa più delle dodici fatiche di Ercole!
- Che riescano a dare punizioni e regole con misura
Non esagerate con le regole e con le punizioni, anche quando li punite e sembra che a loro non interessi, in realtà con molta probabilità stanno portando avanti un comportamento di sfida per vedere fino a dove possono e potete arrivare.
È possibile che non vogliano darvi la soddisfazione di vederli turbati perché gli avete tolto qualcosa di prezioso. Cercate di non cadere nella trappola andando in escalation. Mostrate (e costruite) pazienza e non ripetete le cose più di una volta. Fa parte del mestiere di genitore il mettere in conto che si dovranno subire delle opposizioni e dei contrasti.
- Che accettino di essere i loro genitori e non pretendano di essere loro amici
Questo è un punto molto importante: ci saranno sempre delle cose che un figlio o una figlia non diranno ai genitori ma condivideranno con gli amici e le amiche o magari con qualche persona adulta di riferimento. È fondamentale che i ruoli in famiglia siano chiari e sia salvaguardata la barriera gerarchica intergenerazionale, una barriera simbolica che aiuta a mantenere chiarezza su ruoli e funzioni in famiglia.
- Che sappiano mostrare loro che non c’è solo la pandemia
Ovvero che sappiate stare nel presente, caratterizzato in questo momento dalla presenza di un virus che ha scatenato una pandemia mondiale, ma che non siate totalmente schiacciati da questo. Per i ragazzi e le ragazze è importante che i loro genitori sappiano salvaguardare anche degli spazi di normalità, di quotidianità basata sulla leggerezza e l’ironia, non in negazione delle difficoltà, ma nonostante le difficoltà.
E ricordate che il dialogo è sempre uno scambio alla pari, un rapporto che si costruisce insieme giorno dopo giorno, grazie alla capacità di accoglienza e di ascolto e alle parole, usate con misura. Osservate i vostri sguardi e la vostra postura quando parlate coi figli e le figlie, prestate attenzione a come cambia il tono di voce, alle sfumature di giudizio e critica che non sempre sono necessarie e date spazio alla tenerezza, anche se non vi sarà data la possibilità di esprimerla quando volete voi… e poi mettetevi in osservazione dei loro sguardi, della loro postura e in ascolto della loro voce che si rompe quando si emozionano o si preoccupano… La sintonizzazione affettiva sarà la vostra e la loro forza!
Maria Grazia Rubanu
Psicologa Psicoterapeuta
Psynerghia. Psicologia e relazioni
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